lunedì 9 novembre 2015

Il foro stenopeico

In questi giorni, allo scopo di comprendere il principio ottico su cui si basa la fotografia, abbiamo scattato una foto con un foro stenopeico.
Abbiamo utilizzato una scatola di biscotti a tenuta di luce con un piccolo foro su una sua parete e su quella opposta un foglio di carta fotosensibile.
Una volta fissata la camera oscura portatile su un sostegno fisso ed aperto l'otturatore, abbiamo atteso immobili in modo che si creasse l'immagine. Dopo molteplici prove abbiamo tenuto un risultato soddisfacente con 35 secondi.
Siamo andati in camera oscura e sottoposta l'immagine latente ai bagni di sviluppo, arresto e fissaggio ottenendo così un negativo, ovvero una foto con i toni invertiti (le parti realmente scure sono chiare e viceversa).
Ci siamo accorti che la fotografia risulta capovolta: tutto ciò che è a desta lo vediamo a sinistra e viceversa, tutto ciò che è sopra lo vediamo sotto e viceversa.
Per ottenere il positivo abbiamo messo a contatto il negativo con un altro foglio di carta fotosensibile vergine e colpito il tutto con un fascio di luce per alcuni secondi.
Trovato il giusto tempo di esposizione (nel nostro caso 5 secondi) abbiamo immerso la foto nei bagni chimici.
Così facendo abbiamo ottenuto il positivo per contatto.
Il positivo ha i toni invertiti rispetto al negativo: ciò avviene perché nelle zone che prima erano nere passa meno luce e quindi i sali d'argento non cominciano la loro trasformazione , mentre le zone chiare fanno passare più luce e i sali si solidificano più velocemente.
Il Negativo.

Il Positivo.
I modelli al top






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